Quando si parla del Pnrr, si fa riferimento a quel documento a cui è stata data approvazione intorno agli ultimi giorni di aprile di due anni fa da parte del Parlamento italiano.
Con questo documento l’Italia ha voluto mettere in evidenza, dinanzi alla commissione europea, quali sono i principali obiettivi su cui orientarsi sforzi, ma soprattutto su cui dirottare i fondi che arrivano dal programma Next generation Eu.
I tre pilastri del Pnrr
Come si può facilmente intuire, il Pnrr serve anche a dare all’Unione Europea delle indicazioni e informazioni sulle modalità con cui verranno gestiti tutti questi soldi. in poche parole il Pnrr si sviluppa in tre categorie fondamentali, ovvero la transizione ecologica, l’inclusione sociale e, infine, la digitalizzazione e innovazione.
Quali sono le missioni del Pnrr
Ecco un altro aspetto che vale sicuramente la pena approfondire, ovvero quali sono le missioni che si trovano all’interno del Pnrr. C’è da mettere in evidenza come la prima missione faccia riferimento proprio alla digitalizzazione e all’uso di nuove tecnologie sempre più all’avanguardia, soprattutto nel campo del turismo e della cultura.
La seconda missione è quella relativa alla rivoluzione green e a tutti quegli strumenti che hanno a che fare con la transizione ecologica. La terza missione si riferisce alle infrastrutture per una viabilità molto più sostenibile. Le altre tre sono piuttosto semplici da individuare: si tratta della missione istruzione e ricerca, della missione coesione e inclusioni. L’ultima, non certo in ordine di importanza, è rappresentata dalla missione che ha ad oggetto la salute.
Una rivoluzione verde, la missione 2
C’è subito da mettere in evidenza un aspetto molto interessante. Ovvero, che all’interno della seconda missione c’è anche la presenza di stanziamenti più grandi contenuti all’interno del Pnrr. Lo scopo di tali investimenti, come si può facilmente intuire, è quello di ridurre le emissioni nocive. È chiaro che servono azioni importanti che vadano a contrasto dei cambiamenti che stanno stravolgendo il clima, ma anche con l’intento di raggiungere il prima possibile un alto livello di sostenibilità ambientale nella nostra società.
Come abbiamo detto in precedenza, le energie rinnovabili rappresentano un aspetto molto importante a cui tiene tanto qualsiasi amministrazione e, di conseguenza è facile intuire come ci siano sempre nuove idee e proposte di intervento.
L’obiettivo, stando a quanto è stato riportato all’interno del Pnrr, è quello, per il 2030, di avere un target attuale pari al 30% di consumi finali. Per poter raggiungere tale obiettivo serve inevitabilmente garantire il giusto supporto alle comunità locali, non solo a parole, ma anche degli specifici sistemi di contributi.
Per fare in modo che il target attuale del 30% possa essere effettivamente raggiunto nel corso del 2030, la burocrazia si sta per rifare un restyling, in maniera tale da poter seguire delle procedure semplificate e, di conseguenza, molto più rapida rispetto al passato. È ovvio che diventa necessario anche puntare su degli impianti utility.
All’interno del Pnrr è previsto pure uno schema legato agli investimenti che hanno un legame con lo sviluppo dell’agricovoltaico. Quindi, è piuttosto facile intuire che, nel corso del prossimo anno ci saranno numerose piccole aziende che potrebbero provvedere alla scelta di installare un impianto agro-voltaici da 1,04 GW. Complessivamente, l’installazione di tutti questi impianti garantirebbe una produzione di più di 1300 GWh all’anno. In tal modo, l’altro obiettivo che si potrebbe raggiungere è quello relativo alla diminuzione delle emissioni di gas serra. Le stime parlano di qualcosa come circa 0,8 milioni di tonnellate di anidride carbonica in meno che si andrebbero a produrre. In che modo potranno essere raggiunti tutti questi obiettivi? Sicuramente facendo leva sulle procedure e sulle tempistiche da rispettare, ma è chiaro in seguito si procederà a rendere ammissibili eventuali regimi di sostegno, senza dimenticare anche come tutte quelle procedure che si riferiscono alla richiesta di autorizzazione per la costruzione di un impianto rinnovabile, sia offshore che onshore, il bando subisce un vero e proprio rallentamento.